Omicidi e film mettono in luce la violenza contro le donne in Italia

Gli studenti dell’Università Statale di Milano hanno realizzato un poster in ricordo della studentessa uccisa Giulia Cecchettin. Foto: Luca Bruno/AP/NTB

Di NTB | 27/11/2023 06:09:58

Crimine e giustizia: Giulia Cecchettin, 22 anni, è scomparsa poco dopo aver incontrato il suo ex fidanzato, Filippo Turetta, in un’hamburgeria di un centro commerciale. L’incontro è avvenuto pochi giorni prima che lei si laureasse in ingegneria biomedica presso l’Università di Padova.

Tutto era pronto per festeggiare l’impresa di Cecchettin: la recinzione davanti alla casa di famiglia a Vigonovo è stata addobbata con nastri rossi ed è stato riservato un tavolo per riunire parenti e amici in un ristorante.

Mentre si trovava all’hamburger, Cecchettin ha mandato un messaggio alla sorella maggiore, Elena, per chiederle consiglio su quali scarpe comprare per la cerimonia di laurea. Quella fu l’ultima volta che la famiglia ebbe sue notizie.

A pochi chilometri da dove viveva Cecchettin, una telecamera di sorveglianza in una strada deserta ha filmato un uomo, presumibilmente Turetta, mentre inseguiva Cecchettin. L’uomo l’ha buttata a terra e l’ha spinta nella sua macchina, lasciando macchie di capelli e sangue sul marciapiede.

Per diversi giorni le telecamere stradali hanno avvistato l’auto di Turetta, prima nel nord Italia, poi in Austria e Germania. Il 19 novembre, la polizia tedesca ha controllato un’auto parcheggiata in autostrada e ha trovato Turetta, che è stato arrestato e successivamente estradato in Italia con l’accusa di omicidio.

– Quando scomparve, tutta Italia sapeva che presto si sarebbe scoperto che una giovane donna era stata uccisa da un uomo.

Mentre il vero destino di Giulia Cecchettin viene svelato dai media italiani, un film di successo che tratta di violenza di genere trionfa anche nei cinema italiani. Il film è ambientato nel 1946, 24 anni prima che il divorzio diventasse legale in Italia e nel periodo in cui le donne potevano votare per la prima volta nel paese. Si tratta di Delia che viene regolarmente picchiata e insultata dal marito indulgente.

Il film “C’è ancora domani” ha Cortellesi sia come regista che nel ruolo della protagonista Delia. La trama immaginaria del film ha avuto una dolorosa risonanza nell’Italia di oggi attraverso l’evento realmente accaduto a Cecchettin.

– È diventata una routine. È spaventoso definire questa cosa una routine, dice Cortellesi, citando statistiche italiane che indicano che una donna viene uccisa da un uomo circa ogni tre giorni, spesso dal suo coniuge, partner o ex.

– Ero Délia, disse la donna.

Tra gli estimatori del film c’è Daria Dicorpo, insegnante di un liceo romano.

“Purtroppo il tema della violenza di genere è ancora attuale”, afferma.

Nel film, i loro mariti dicono alle donne di ogni ceto sociale in Italia di tenere per sé le proprie opinioni o semplicemente di stare zitte.

– No, dovremmo piuttosto gridare, dovremmo far emergere la bellezza di essere donna, disse Dicorpo.

Da Torino nel nord a Palermo nel sud, gli studenti hanno protestato nelle loro aule, battendo all’unisono sui banchi per chiedere la fine degli omicidi di donne da parte di uomini in Italia.

Ed Elena Cecchettin, la sorella maggiore di Giulia, offre un’alternativa a chi adesso prova rabbia e indignazione: fare rumore per onorare Giulia.

– Se hai le chiavi, scuotile, incoraggia Elena.

In un articolo sul Corriere della Sera, Elena Cecchettin respinge la descrizione del presunto assassino di sua sorella come un “mostro”.

– Gli assassini non sono malati, sono i figli sani del patriarcato. Il femminicidio non è un crimine passionale, è un crimine di potere, scrive. Usa il termine “femicida” (femminicidio), che si riferisce all’uccisione delle donne che avviene proprio perché sono donne o a causa del potere che gli uomini hanno sulle donne.

La regista e attrice Cortellesi invita le due donne più influenti della politica italiana – il primo ministro Giorgia Meloni e l’avversaria Elly Schlein – ad agire per prevenire la violenza di genere, che non è solo una questione di compiacere gli elettori.

I media italiani hanno riferito che da quando Guilia Cecchettin è stata trovata morta, il numero di chiamate al numero verde nazionale per le donne che temono per la propria sicurezza è aumentato da circa 200 a 400 al giorno, anche da parte di genitori di giovani donne.

All’esterno della casa della famiglia Cecchettin ci sono lettere scritte a mano, fiori, candele e mazzi di fiori in ricordo di Giulia. Una delle lettere dice:

– Perdonaci per non aver fatto abbastanza per cambiare questa cultura.

Sette giorni dopo, Cecchettin venne ritrovato, coperto di sacchetti di plastica nera, in un fosso vicino a un lago ai piedi delle Alpi. Prima che venisse ritrovata, i media italiani dipingevano un quadro cupo di ciò che le sarebbe potuto capitare.

– Il caso di Giulia ha scosso l’Italia intera, dice l’attrice e regista Paola Cortellesi.

Cortellesi dice che il suo film sembra aver toccato una corda. Racconta come, durante la proiezione del film, una donna si alzò e dichiarò davanti a una sala piena di sconosciuti che anche lei aveva un marito violento.

In passato, gli italiani hanno partecipato a cortei silenziosi con le fiaccole per protestare contro l’uccisione delle donne. Ma questa volta la protesta è più forte.

Recentemente, l’Assemblea Nazionale Italiana ha adottato un disegno di legge volto a fornire una migliore protezione alle donne perseguitate o minacciate. Dopo la decisione, i rappresentanti dell’opposizione hanno picchiato ritmicamente sui tavoli davanti a loro in quello che è stato definito “un minuto di rumore”.

(©NTB)