La copertura televisiva RAI del Giro d’Italia è scandita a intervalli regolari da una pubblicità dei pneumatici Continental che vede protagonista Vincenzo Nibali, prima al volante di un’auto, poi a bordo di una bicicletta. “Per vedere un attacco italiano in salita bisogna aspettare la pubblicità con Nibali”, si lamentava la settimana scorsa sui social network uno spirito locale.
Antonio Tiberi ha poi sfatato questa affermazione, prima con due accelerazioni in cima ai Prati di Tivo, poi con un ulteriore paio di sforzi nel rettilineo finale fino a Bocca di Selva nella decima tappa.
Ancora solo 22enne, l’italiano si sta avvicinando alla metà del suo debutto al Giro d’Italia al sesto posto assoluto, 4:27 dietro Tadej Pogačar, e l’apprezzamento per i suoi sforzi ha iniziato lentamente a crescere nella stampa locale negli ultimi giorni.
Nibali, inevitabilmente, è stato scelto per contribuire a suscitare interesse tra gli osservatori più occasionali del Giro nei confronti del talento emergente. Martedì mattina, doppia pagina La Gazzetta dello Sport sul pilota del Bahrein Victorious titolava: “Tiberi è abbastanza bravo per il podio, garantisce Nibali”.
Durante la sua carriera al Giro, ovviamente, Nibali è sempre stato un garanzia a maggio, ed è troppo presto per dire se Tiberi riuscirà mai a raggiungere tali vette. “Non dite che Tiberi è il nuovo Nibali”, ha supplicato Lo Squalo martedì. “Diciamo che è un nuovo Tiberi, è anche una bella storia.”
Tiberi, dal canto suo, ha fatto la sua parte per scrivere il suo nome nella storia di questo Giro. Nel finale della decima tappa, il suo team Bahrain Victorious ha preso il sopravvento nel gruppo Maglia Rosa alle spalle di Pogačar UAE Team Emirates, con Damiano Caruso che ha preparato il terreno per le doppie accelerazioni di Tiberi.
L’italiano è stato respinto ogni volta e ha tossito qualche secondo a Pogacar nell’ultima corsa verso il traguardo. D’altronde il suo obiettivo non era la maglia rosa, che è ben oltre la sua portata. Gli occhi sono invece puntati sulla maglia bianca indossata da Cian Uijtdebroeks (Visma-Lease a Bike), che qui in finale ha recuperato 9 secondi sul belga. Nella classifica generale è solo una dozzina di secondi dietro Uijtdebroeks.
“Oggi abbiamo la sensazione che anche noi siamo in gara e che possiamo dire e fare qualcosa”, ha detto Tiberi dopo il traguardo. “Non mi piace stare seduto nell’anonimato e non fare nulla. Lo faccio solo quando non ho delle belle gambe, ma quando mi sento bene voglio sempre mostrare qualcosa.
“Damiano ha fatto un ottimo ritmo, poi ho provato a dare un po’ di accelerazione per vedere come stavano le gambe dei miei rivali. Purtroppo, come a Prati di Tivo, le pendenze non erano eccessive, quindi potevamo sederci abbastanza facilmente sulle ruote, ed ho non ho potuto notare molta differenza.
“Dopo aver fatto questi sforzi, probabilmente ho pagato un po’ nello sprint. Lì ho perso terreno rispetto ai pretendenti al podio, ma ho comunque guadagnato qualcosa in maglia bianca, quindi tutti dicevano che è stata una giornata positiva, soprattutto perché sono riuscito a mostrarmi e scuotere un po’ la finale, è sempre bello.”
“Tiberi è l’unico corridore che finora ha fatto vedere delle palle”
Tiberi trovò un estimatore in Pogacar, che aveva soffocato i suoi attacchi a Prati di Tivo e fu il primo a seguirne l’impegno qui. “Tiberi è l’unico corridore che ha mostrato delle palle finora”, ha detto Pogačar dopo la cerimonia del podio. “Lo ammiro, ha dimostrato coraggio e gli auguro buone gambe”.
L’anno scorso, Tiberi ha fatto notizia solo per l’incidente più sgradevole che ha fatto precipitare la sua partenza da Trek a metà stagione. La squadra inizialmente lo aveva sospeso quando a marzo era stato annunciato che era stato processato per aver ucciso un gatto con un fucile ad aria compressa nella sua casa adottiva, San Marino. Due mesi dopo, dopo un’apparizione sconsiderata nel programma televisivo satirico italiano Le Iene, Trek rescisse completamente il contratto di Tiberi e si unì alla squadra del Bahrain Victorious a giugno.
Con la sua nuova squadra, il nativo di Frosinone avrebbe ottenuto il 18° posto assoluto alla Vuelta a España, e la sua preparazione per il Giro di quest’anno includeva prestazioni promettenti alla Volta a Catalunya, dove si è piazzato 8° assoluto e al Tour de la Alpes, dove si è piazzato 8° assoluto. dove è arrivato terzo. Il Giro, però, rappresenta un test molto diverso, anche perché era assente da Torino come co-leader della sua squadra, e Tiberi ha ammesso martedì di essersi sentito sotto pressione prima dell’inizio della gara.
“Un po’ sì”, ha detto Tiberi. “Fa sempre piacere mettersi in mostra, soprattutto per un giovane pilota italiano, ed è sempre bello dare un po’ di spettacolo a casa”.
Resta da vedere quanto in alto riuscirà a salire Tiberi in questo Giro, e in effetti, se un giorno potrà essere l’uomo in grado di porre fine alla corsa più lunga della storia italiana senza una vittoria assoluta al Giro, una siccità che ormai dura da otto anni. quello di Nibali. secondo trionfo nel 2016. Nibali, che ha corso al fianco di Tiberi alla Trek, ha espresso ottimismo sulle prospettive a lungo termine del giovane.
“Sono salito sul podio del Giro per la prima volta quando avevo 25 anni, nel 2010”, ha detto Nibali. “Antonio è in corsa per riuscirci quando ha ancora meno di 23 anni. È in anticipo sui tempi direi…”