Ufficiale delle Brigate Rosse condannato per aver guidato le proteste filo-palestinesi a Milano – Documento

Francesco Giordano. Immagine fissa: Gedi/La Repubblica

Una delle figure centrali delle proteste filo-palestinesi che si svolgono a Milano dal 7 ottobre è l’estremista di sinistra Francesco Giordano. Nel 1980 faceva parte della cosiddetta Brigata 28 Marzo, vicina alle Brigate Rosse.

Il gruppo è meglio conosciuto per l’assassinio del 28 maggio 1980 del giornalista del Corriere della Sera Walter Tobagi, che all’epoca si occupava ampiamente di terrorismo ed estremismo politico per il più grande quotidiano italiano.

Nel 1983 lo stesso Giordano fu condannato a 30 anni di carcere per complicità nell’assassinio di Tobagi, compiuto a Milano da un “commando” composto complessivamente da sei terroristi. La sentenza è stata poi commutata in 21 anni da una corte d’appello. Giordano ha terminato la sua frase e non se ne è mai pentito.

Questo è La Repubblica il giornalista Paolo Berizzi, che fornisce informazioni sull’impegno delle ex Brigate Rosse per la causa palestinese. Che tipo di mondo ha manifestato dal 10 ottobre contro “il nemico Israele”? si chiede Berizzi, e lui stesso risponde:

Oltre alle associazioni palestinesi, ci sono anche organizzazioni islamiche legate ai Fratelli Musulmani che hanno messo radici nella metropoli del nord Italia. Con i suoi 180mila musulmani, la città non è ancora diventata “Milanistan”, nota Berizzi, ma lì si respira un’aria diversa rispetto a dieci anni fa. Molti marocchini, tunisini ed egiziani di seconda generazione hanno tra i 18 e i 20 anni e hanno una grande fiducia in se stessi.

Tra un “Allahu akbar!” e il mantra che promette “morte agli ebrei” suona come uno slogan a sostegno di Hamas. Accanto agli ambienti di origine straniera troviamo i ribelli delle assemblee di estrema sinistra, soprattutto Cantiere e Vittoria. Ci sono anche organizzazioni studentesche, alcuni gruppi LGBTQI, il sindacato Cobas, un gruppo di attivisti dei senzatetto e frammenti dell’estrema sinistra. Un fronte anti-israeliano, in pratica antisemita.

Oltre a Giordano, Berizzi cita specificamente anche l’architetto palestinese Mohammad Hannoun, residente a Genova, che è attivo presso il Centro Culturale Islamico di Genova e sostiene apertamente Hamas. L’intelligence israeliana lo sospetta anche di finanziare Hamas.

Con il coinvolgimento di Hannoun, il numero dei partecipanti alle proteste filo-palestinesi a Milano è aumentato da 500 all’inizio ad almeno 5.000 poche settimane dopo. Hannoun sa come guadagnarsi la complicità dell’estrema sinistra: Hamas è nostro sostenitore, afferma, con un’allusione mal celata al movimento di resistenza italiano contro i nazifascisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Se vogliamo comprendere l’universo filo-palestinese in Italia, non possiamo evitare un rozzo antisemita islamista come Hannoun, conclude Berizzi – che scrive quindi per il principale organo della sinistra moderata italiana, La Repubblica, il secondo quotidiano italiano.

Le riprese dal vivo di uno spettacolo a Milano possono essere visualizzate qui se prima sei paziente con la pubblicità:



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Angioletto Balotelli

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