Il Dipartimento di Giustizia vuole modificare il Public Disclosures Act and Archives Regulations in modo che più documenti del settore pubblico siano esentati dall’ispezione e dalla tenuta dei registri. Nella proposta, la modifica è giustificata dal fatto che i documenti interni dell’organizzazione fanno parte della predisposizione interna delle pratiche e che l’esenzione dalla pubblicità lascia più spazio a disaccordi e apprezzamenti interni fino alla posizione definitiva dell’ente. In passato, gli enti pubblici avevano la possibilità di rifiutare l’accesso a tali documenti. D’ora in poi il ministero vuole anche smettere di registrarli, per evitare che tutti ne vengano a conoscenza, dai cittadini interessati ai giornalisti e ai ricercatori.
Uno di quelli che A reagire alla proposta è l’ex revisore generale e rappresentante parlamentare di lunga data nel comitato di supervisione Per-Kristian Foss. In un articolo su Aftenposten, critica il governo per volere più segretezza. Certo, può essere fastidioso per l’amministrazione sapere che l’accesso a documenti e procedure può essere richiesto in qualsiasi momento. Probabilmente ci sono anche molti burocrati o ministri di alto livello che avrebbero dovuto esserlo. In secondo luogo, il dipartimento dimentica che la certezza sulla possibilità di accesso può migliorare la qualità del lavoro, ritiene Foss. Inoltre, il nostro ex revisore generale ritiene che abbiamo visto più volte che l’accesso ai procedimenti pubblici ha aggiunto nuovi aspetti ai registri. Indica la dichiarazione del governo nella piattaforma Hurdal secondo cui “assicurerà che la legge sulla divulgazione al pubblico e il principio di maggiore trasparenza siano applicati in tutte le società pubbliche”. Lui fa esattamente il contrario. Foss ricorda anche che il Dipartimento di Giustizia era in condizioni peggiori quando il National Audit Office ha indagato sulla pratica dell’amministrazione del Public Information Act.
Nella proposta di modifica della legge anche il Dipartimento di Giustizia è caduto in una bizzarra faida circolare. Il ministero afferma che alcune aziende pubbliche non salvano i documenti interni per evitare richieste di accesso. Assicura meno pubblicità, scrive il ministero. Ma la conclusione è strana: invece di esigere il rispetto della legge vigente, il governo vuole consentire che tale pratica diventi legale. Il fastidio dei burocrati non deve portare a una minore trasparenza. La fiducia dei cittadini negli enti pubblici è legata alla certezza che li ritroviamo nelle mappe.
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