L’Italia permette agli attivisti di entrare nelle cliniche per aborti

È stato il partito del primo ministro Giorgia Meloni a proporre di consentire agli oppositori dell’aborto l’accesso alle cliniche abortive in Italia. La proposta è già stata approvata dalla Camera bassa dell’Assemblea nazionale. Foto: Roberto Monaldo/LaPresse/AP/NTB

L’Assemblea Nazionale italiana ha approvato una proposta del governo per consentire agli oppositori dell’aborto l’accesso alle cliniche abortive del Paese.

La proposta, presentata da Fratelli d’Italia, il partito nazionalista di destra del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è stata approvata dalla camera bassa dell’Assemblea nazionale. Si prevede che passi anche al Senato, riferisce Il guardiano.

La leader del partito di centrosinistra Elly Schlein, PD, definisce la proposta un “attacco frontale ai diritti delle donne”.

Anche i membri del partito populista Movimento Cinque Stelle credono che l’Italia stia “scegliendo di fare un altro passo indietro” quando si tratta di diritti delle donne.

La mossa segue misure simili adottate nelle regioni di destra italiane, in particolare nelle Marche, dove il partito della Meloni ha limitato l’accesso ai farmaci usati per l’aborto.

L’aborto è legale in Italia dal 1978. Tuttavia, l’accesso ad aborti sicuri è difficile perché circa il 63% dei ginecologi nel Paese si rifiuta di eseguirli per motivi personali, morali o religiosi.

Il vicepremier Antonio Tajani assicura che il governo non intende modificare la legge italiana sull’aborto, ma afferma che non bisogna nemmeno “criminalizzare chi si oppone all’aborto”.

Gioconda Mazzeo

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