In una riunione di gabinetto di giovedì, il governo italiano ha approvato all’unanimità un decreto legislativo che aumenta la pena per la tratta di esseri umani a 30 anni di reclusione. L’incontro si è svolto a Cutro, in Calabria, nel sud Italia, dove almeno 72 migranti hanno perso la vita in un naufragio non lontano dalla costa a febbraio.
In un commento alla sentenza, il ministro della Giustizia italiano Carlo Nordio ha affermato che possono essere comminate pene detentive superiori a 20 anni nei casi in cui la tratta abbia provocato la morte o il ferimento grave di più persone, riferisce Notiziario RAI.
Ma le pene sono inasprite per chi contribuisce alla tratta di esseri umani, chi organizza, finanzia o comunque promuove o aiuta l’attività criminale, informa l’emittente pubblica italiana.
I decreti legislativi governativi hanno validità di sessanta giorni nell’ordinamento italiano e pertanto devono essere ratificati come legge dal Parlamento per ottenere validità permanente.
Con una decisione unanime del governo alla base del decreto, è probabile che i partiti al governo, che hanno la maggioranza in entrambe le camere del parlamento, approvino la legge – come è successo anche con il decreto Ong che è arrivato poco prima di Capodanno.
Il decreto, adottato giovedì, contiene anche disposizioni che semplificano le procedure di espulsione dall’Italia, scrive RAI News.
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