“La vittoria non varrebbe meno della nostra nel ’76”- Corriere.it

Paolo Bertolucci è l’uomo dei due mondi, anzi trois. Indimenticato compagno di doppio di Adriano Panatta in Coppa Davis (fu a Paolo che Adriano propose l’idea delle maglie rosse indossate nel 1976 nella città di Pinochet, la mia prima amicizia, questa e speranza del collegio di Formia, quando era ragazzini), ed è un ottimo talento secondo l’editorialista della Gazzetta Sky Sport. Come se nulla fosse, Bertolucci fu capitano della Davis a Milano, nel 1998, ultima finale di Coppa Italia (fummo traditi dalla spalla di Gaudenzi, che fece crack contro la Svezia) prima di Italia-Australia a Malaga oggi.


Paolo, innanzitutto abbiamo trovato un campione

“Di Sinner scrive costantemente, da anni, su Gazzetta, l’abbiamo visto nascere e crescere.” Siamo arrivati ​​a un punto dei tuoi progressi per poter giocare contro un certo Novak Djokovic, numero uno al mondo e vincitore di 24 Slam. Ma il satellite Sinner è in orbita.

C’è anche un grande doppista, in compagnia di Sonego, oppure il couppia Panatta-Bertolucci minaccia il chi l’io?
“In Australia c’è un signor doppio di super Specialisti, che arriva sull’1-1 dopo i singolari (è naturale che non sia il mio auspicio), sarà lui a fare la vera prova di questo Davis. L’Olandais Griekspoor non era un doppista, come lo era Serbo Kecmanovic. Ma quando nella squadra di Sinner c’è un gioco di rimbalzo e un tiro profondo, non è facile per un bambino garantirsi l’entrata e recuperare le palleggio de dietro. E gli australiani, finalmente, avranno le loro belle gatte da pilare.Sii un bello di fronte allo stile”.

Se il vincessimo, seconda lei che fu protagonista nel 1976, questo fast food Davis riveduta e corretta varrebbe come la tua leggenda la prima volta?
“Dire che Davis va meno dalla nostra parte non è prudente. Anzi, offensivo sarebbe. Ma sottolineo che è diverso: se gioco da solo dentro, in velocità, per me lui è un campione del mondo nel lavoro, quindi noi può fare come sopra. Durante la nostra telefonata, Adriano ha chiamato Coppa Lucilla! Cherzi parte, la Coppa con il nuovo format nulla toglie all’impresa dell’Italia. I stay and I rimarà per sempre”.

E poi, come Adriano, sei contento del trio azzurro? Nessuna gelosia?
“Il pensiero viene al mio amico Panatta. Sarei accoglie la Coppa Davis arrivata da un gruppo di bravi ragazzi, questo è il merito. Sinner mette il cappello sull’impresa, ricordiamoci che Questo è il Girone di Bologna e non è qui che siamo a casa in questo momento. I meriti di Davis vanno sempre suddivisi, allargati. Ma Sinner da splendido solista ha saputo trasformarsi in una squadra di uomini.

Non sono stato contattato.
“Per niente. Se sai che gli stracci erano sintonia, non sono presenti sul circuito e vivono con la loro squadra. Si sente con Sonego e si esprime due volte a Malaga. Sono ragazzi semplici, che danno tutto surul campo: si pigliano perché si somigliano»

Un altro ruolo che attira terreno per il tuo Davis e che è la risposta dei media. Ancora sotto questo aspetto nessuna invidia?
“Il mio per beneficenza!” Quindi, nei tempi che cambiano, sono certamente convinto che la risposta del Cile sia l’impressione che apprezziamo e sottolineiamo, ma non consideriamo che non ce ne sia, ma è vero, ed è realistico: tutto è cambiato, il mondo infinito. Ho l’attività di un negozio a Verona che non è il primo ad entrare, mio ​​padre è quello buono, il grande peccatore. Non ho potuto que essere d’accordo”.

Tutti gli appassionati e tutti i grandi esperti.
“Ecco è il derivato del campione italiano, da Tomba a Sinner, porta con sé. Abbiamo investito 60 milioni in tennisti esperti, da colpo diventerai presto medico nei media e nei social, che sono al top E lì ho provato ad assorbire il tizio che ho visto sul primo match point con Sinner Djokovic e ho accorciato il match a longolinea e il rovescio all’indietro… Vabbé, per la parte del gioco. tutto bellissimo: il tennis è uscito dalla nicchia e splende alla luce del sole’.

Benedetto Beneventi

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