È storico. Mercoledì 23 agosto la Norvegia ha inaugurato nelle sue acque del Mare del Nord il più grande campo di turbine eoliche galleggianti al mondo, una tecnologia ancora in fase di sviluppo, ma considerata promettente per la transizione energetica. Il campo Hywind Tampen è costituito da 11 turbine da 8,6 MW ciascuna e alimenta cinque piattaforme petrolifere e di gas nelle vicinanze, coprendo circa il 35% del loro fabbisogno. È stato messo in produzione alla fine dell’anno scorso ed è stato lanciato ufficialmente mercoledì dal principe ereditario norvegese Haakon e dal primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre, a circa 140 km dalla costa.

– Gli europei e tutti noi abbiamo bisogno di più elettricità. La guerra in Ucraina l’ha rafforzata, ritiene Støre citato dall’agenzia norvegese NTB. “Questa elettricità deve essere di origine rinnovabile se l’Europa vuole raggiungere i suoi obiettivi climatici”, ha aggiunto. A differenza delle cosiddette turbine eoliche offshore “in piedi”, fissate su fondazioni sul fondo dell’acqua, le turbine eoliche galleggianti, come suggerisce il nome, sono montate su una struttura galleggiante supportata da dispositivi di ancoraggio. Ciò consente di installarli in acque più profonde, più lontane dalla costa e dove il vento è più stabile, ma anche i costi sono più elevati.

“È costoso, ma qualcuno deve prendere l’iniziativa”

La costruzione dell’Hywind Tampen, a una profondità compresa tra 260 e 300 metri, è costata circa 7,4 miliardi di corone norvegesi (640 milioni di euro). – Sì, è costoso, ma qualcuno deve prendere l’iniziativa, ha detto il Primo Ministro. Oltre a Equinor, il progetto riunisce il gruppo pubblico norvegese Petoro, l’austriaca OMV, Vår Energi -filiale norvegese dell’italiana Eni-, la tedesca Wintershall DEA e la giapponese Inpex.

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