Lo sfondo della disputa è l’indipendenza del Kosovo e la sua secessione dalla Serbia nel 2008. La popolazione è prevalentemente albanese del Kosovo. La Serbia non riconosce il Kosovo come proprio stato e rivendica ancora l’area.
La tensione è aumentata nelle ultime settimane quando i serbi etnici nel nord del Kosovo hanno boicottato la polizia e la magistratura per protestare contro la decisione del governo di Pristina di rimuovere le targhe serbe e sostituirle con quelle del Kosovo.
I militanti serbi hanno anche costruito barricate nella parte settentrionale del Kosovo e bloccato il traffico in diversi valichi di frontiera con la Serbia.
Il ministro dell’Interno albanese kosovaro Xhelal Svecla afferma che la Serbia, sotto l’influenza russa, mira a destabilizzare il Kosovo, riferisce Reuters. Il governo di Belgrado respinge categoricamente questa affermazione e afferma che si tratta solo di proteggere la minoranza serba.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov mercoledì ha respinto le affermazioni degli albanesi del Kosovo, dicendo che era totalmente sbagliato cercare un’influenza russa distruttiva in quest’area.
Martedì il presidente serbo Aleksandar Vucic ha visitato la città di Raska, non lontano dal confine con il Kosovo e dalla zona smilitarizzata monitorata e controllata dalla forza NATO KFOR.
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