È chiaro quindi: Giorgia Meloni sarà il nuovo presidente del Consiglio italiano. Dopo un incontro record con il presidente italiano venerdì mattina, il messaggio della Meloni è stato chiaro: “Siamo pronti a dare al Paese un governo il prima possibile”.
Dopo un altro incontro con il presidente venerdì pomeriggio, le è stato affidato l’incarico ufficiale di formare un governo e nel frattempo ha presentato i nomi dei nuovi ministri del Paese. Il governo presterà giuramento sabato mattina alle 10:00.
Inizio difficile
L’alleanza dei partiti di destra e di estrema destra in Italia ha chiaramente vinto a settembre. Tuttavia, le settimane che seguirono furono segnate più da litigi che da festeggiamenti.
Prima sono stati i colleghi del partito di Giorgia Meloni. Come il suo partito di estrema destra Fratelli d’Italia progettato per affrontare il suo passato politico incisivo, radicato nel neofascismo italiano, è stato un tema ricorrente durante la campagna elettorale.
Quando a inizio ottobre il cofondatore del partito, Ignazio La Russa, è stato nominato presidente del Senato, una parte dell’opposizione ha reagito con forza: La Russa è noto per una sorta di atteggiamento ambivalente nei confronti del fascismo, dove da un lato può prendere le distanze dal regime che prese il potere in Italia esattamente cent’anni fa. Allo stesso tempo, ha una collezione molto discussa di cimeli del fascismo a casa sua nel soggiorno, tra cui una grande statua del dittatore Benito Mussolini.
La Russa, il cui secondo nome è “Benito”, ama scherzare sul passato del partito, come quando, durante la pandemia, ha twittato un invito a salutare con la mano destra alzata, in stile fascista, invece di stringere la mano, per evitare virus e batteri. (È stato cancellato dopo un po’).
La nomina di La Russa è avvenuta nel corso di una cerimonia presieduta dalla senatrice a vita e sopravvissuta all’Olocausto Liliana Segre. Per una parte dell’opposizione, e per le organizzazioni ebraiche in Italia, c’era un simbolismo inquietante in questa cerimonia.
Giorgia Meloni, che di recente ha definito “odiosa e disumana” la deportazione degli ebrei dal ghetto di Roma, ha affermato che nessuno può mettere in dubbio le qualifiche di La Russa per l’incarico, sia come patriota che come modello insostituibile per diverse generazioni di attivisti e politici.
La luce di Putin
L’opposizione alla coalizione vincente non si è ammorbidita quando, subito dopo, è stato nominato il Presidente della Camera dei deputati italiana. Anche qui la nuova maggioranza non è approdata su una figura particolarmente unificante: Lorenzo Fontana, della Lega, compagna di coalizione della Meloni, è noto per le sue schiette dichiarazioni contro gli omosessuali e contro gli immigrati.
Inoltre, si è fatto un nome come uno dei più strenui sostenitori della Lega di Russia di Vladimir Putin, che ha descritto come una società modello, e un “luce brillante, anche per noi occidentali”.
I legami della Lega con – e l’ammirazione per – Vladimir Putin hanno preoccupato Giorgia Meloni, che ha insistito per tutta la campagna elettorale affinché il suo governo fosse caratterizzato da un sostegno chiaro e distinto alla NATO e dalla condanna dei paesi dell’UE per la guerra di Putin. Ma in un governo di coalizione ognuno deve fare la sua parte, e Fontana era l’uomo leghista.
“Arrogante e ridicolo”
Come se non bastasse, Giorgia Meloni ha affrontato ulteriori sfide, questa volta create dal suo terzo partner di coalizione, il veterano Silvio Berlusconi.
Silvio Berlusconi è chiaramente scontento di essere stato messo da parte nella discussione di posizioni e posti di governo importanti per il suo partito un tempo dominante, Forza Italia.
Per un uomo che ha definito la Meloni “la povera ragazza” quando l’ha inclusa nel proprio governo nel 2008, a quanto pare è stato difficile accettare che l’equilibrio di potere si sia spostato.
Nelle ultime settimane Berlusconi sta dominando il pubblico con continue botte a Giorgia Meloni. Prima con alcune caratteristiche manoscritte della Meloni, scarabocchiate in Senato, e facilmente visibili ai fotografi: la Meloni è allo stesso tempo “arrogante, autoritaria e ridicola”, ha osservato l’ex primo ministro.
Poi, il 18 ottobre, sono apparse le immagini che minacciavano di rovesciare l’intera formazione governativa.
Qua si poteva sentire come Berlusconi si era ricollegato a Putin – e come l’amicizia è stata suggellata sotto forma di una “lettera calorosa” di Putin. Oltre a 20 bottiglie di vodka come regalo di compleanno. L’ex premier italiano aveva subito risposto con una lettera altrettanto gradevole e 20 bottiglie di Lambrusco del nord Italia.
Poco dopo è trapelata una nuova registrazione audio, questa volta con un messaggio che fa molto per assolvere Putin dalla responsabilità per quanto sta accadendo in Ucraina. È successo tutto contro la volontà di Putin, dice Berlusconi, il quale ritiene che Putin abbia avuto solo un ben intenzionato desiderio di insediare in fretta e furia un nuovo governo a Kiev composto da “persone buone e oneste”. Un portavoce delle autorità ucraine ha risposto suggerendo che Berlusconi doveva averlo bevuto troppa vodka russa.
Meloni lo era relativamente chiaro nel suo piccolo commento“L’Europa è orgogliosa di far parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica”, ha affermato. “Chi non è d’accordo con questa pietra angolare non può far parte del governo, anche se impedirebbe la formazione di un governo”.
Venerdì mattina, l’umore era apparentemente di nuovo buono. E’ stata solo Giorgia Meloni a prendere la parola, quando si doveva comunicare il messaggio sulla prossima formazione del governo. Silvio Berlusconi si è accontentato di un sorriso.
Ora l’alleanza dovrà mettersi alla prova. La spaccatura interna è per il momento placata, ma resta da vedere se i soci della coalizione di Giorgia Meloni riservano altre sorprese, se si sentono dimenticati nella nuova quotidianità politica.
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