Clooney ha citato in giudizio tre italiani per tre milioni di euro (24 milioni di corone) per aver utilizzato, tra l’altro, il noto nome dell’attore a sua insaputa o senza il suo consenso nella commercializzazione di una marca di abbigliamento.
I tre procuratori, Vincenzo Cannalire, Francesco Galdelli e Vanja Goffi, sono accusati di truffa, falso e ricettazione. Cannalire era l’unico dei tre presenti venerdì in tribunale.
secondo CNN Clooney è rimasto seduto al banco dei testimoni per 30 minuti durante l’udienza di due ore presso il tribunale di Milano venerdì.
– Sono venuto qui perché credo nella giustizia e perché la gente usa il mio nome per sfruttare altre persone, non solo me, ha detto.
Era vietato fare fotografie in aula e centinaia di fan di Clooney aspettavano fuori dall’aula.
– Bel gioco
Secondo la Reuters, in tribunale sono state mostrate diverse foto di Clooney con gli imputati. Clooney ha detto che le foto sono state manipolate e ha mostrato le sue foto originali.
Dopo aver guardato le foto, Clooney si è rivolto a Cannalire, con un sorrisetto, e ha detto:
– Bel gioco. Dovresti essere fiero di te stesso.
Firma copiata
In tribunale, i difensori hanno anche presentato documenti recanti quella che sembrava essere la firma di Clooney, in cui approvava l’uso del marchio di abbigliamento nel marketing.
Clooney ha detto che alcune delle firme erano sue, ma non tutte, e che quelle firme che erano sue erano state copiate. La stessa firma è stata ripetuta più di 100 volte e sembrava esattamente la stessa.
– La mia firma è molto facile da trovare su Internet, ma se qualcuno avesse voluto prenderla in prestito, avrebbe dovuto usare firme diverse e non una sola più di 100 volte, ha detto Clooney alla corte.
Clooney ha anche negato di conoscere qualcuno degli accusati, inclusa la donna che sostiene di aver avuto una relazione con il famoso attore e che lui viveva con lei sul Lago di Como, nel nord Italia.
Risate evocate
Clooney è il volto di numerosi prodotti e, in tribunale, ha elencato una serie di aziende per le quali è coinvolto in campagne pubblicitarie, tra cui il produttore italiano di vermouth Martini.
Secondo il Corriere della Sera, Clooney ha poi citato la sua famosa frase “No Martini, no party”, che ha fatto ridere il pubblico.
Quando la corte si è aggiornata, il giudice Pietro Caccialanza ha ringraziato Clooney e ha detto:
– Quest’udienza è durata quanto un film.
– Non è stato così difficile. È facile quando puoi dimostrare di avere assolutamente ragione, ha detto Clooney a Reuters.
Pubblicato
16/07/2010, al 19/01
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