Giorgia Meloni prova a delegittimarsi prima di essere eletta – Documento

Giorgia Meloni durante un comizio della campagna elettorale a Napoli il 23 settembre 2022. Foto: Privat/Documento.

L’internazionale globalista accusa il campo Trump di non rispettare i risultati elettorali, ma addirittura delegittima i risultati elettorali che non gli piacciono. Ora i globalisti attaccano Giorgia Meloni ancor prima che venga eletta. Si tratta in pratica di un tentativo di impedirgli di governare, e quindi di indebolire ulteriormente la democrazia nazionale.

L’esempio più eclatante fino ad oggi è la dichiarazione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen secondo cui l’Unione ha i suoi modi di trattare con i paesi che non si inchinano a Bruxelles. Ma una cosa del genere poteva essere detta solo dal presidente della commissione dopo una massiccia campagna internazionale volta a infangare sia la Meloni che il resto della destra italiana.

Yngve Kvisstad di VG è sul piede di guerra domenica mattina mentre i seggi elettorali aprono in Italia. La Meloni siede “sulle spalle ideologiche di Benito Mussolini”, afferma. È preso dal cielo, perché nessuno può indicare qualcosa di fascista nelle sue dichiarazioni politiche, voti, programmi o altre attività o quelle del partito Fratelli d’Italia (FdI).

Ma nella professione più antica del mondo, la conformità non è così rigida. NTB pompa la figura di spicco della sinistra italiana, Enrico Letta, definendolo un “peso massimo della politica”, anche se politicamente ha segnato a malapena.

Gli stessi articoli possono essere letti nei media di sinistra in tutta Europa. E in pratica è un puro riciclo del tentativo della sinistra italiana di infangare a livello internazionale FdI e Giorgia Meloni. Lo stesso Meloni ha commentato qui l’altro giorno il fenomeno: “Non mi riguarda, perché così non perdo elettori, ma colpisce l’Italia, ed è gravissimo”.

La componente internazionale della campagna elettorale è diventata così la più importante. Curiosamente, nessuno si chiede perché sia ​​il politico più popolare d’Italia e guidi il partito che è in testa ai sondaggi. L’opinione degli elettori non conta più.

Perché l’internazionale globalista è la sua camera alta, e se vuoi trovare la sua grazia, devi sottometterti. E i media non sono più i portavoce della maggior parte delle persone, mentre i social media rafforzano la situazione con algoritmi politici.

Vincere un’elezione nazionale è quindi solo il primo ostacolo da superare per poter guidare un Paese, perché se il mostro globalista e le sue agenzie di pubbliche relazioni lo ritengono opportuno, possono insieme delegittimare il verdetto dell’elettore e impedire al loro candidato preferito di governare. .

Per chi non ha ancora dimenticato che democrazia significa potere del popolo, significa che il globalismo e il suo apparato di potere aboliscono la democrazia.

Se ci pensiamo bene, da tempo vanno avanti campagne contro i politici che mettono al primo posto il proprio Paese. C’entra molto la demonizzazione di Israele, ma anche della Polonia, dell’Ungheria, degli Stati Uniti di Trump, del Brasile di Bolsonaro – e ora dell’Italia della Meloni. Lo stesso Berlusconi è stato anche oggetto di campagne durante il suo mandato come primo ministro.

Quando Berlusconi ha vinto le elezioni, i tribunali sono stati usati per cercare di abbatterlo. Quando il suo quarto governo ha dovuto andarsene a causa dell’incertezza sul debito italiano, quando chiaramente un debito più alto non è mai un problema quando l’Italia ha dei Primi Ministri sottomessi a Bruxelles, dimostra che i leader nazionali possono essere sgomberati anche dagli attacchi finanziari.

Oggi ci sono ancora più strumenti nella cassetta degli attrezzi del globalismo. L’unica cosa che lo minaccia è che le persone comuni capiscano come vengono trasformate da cittadini in sudditi dai più potenti mezzi di controllo mentale nella storia del mondo.

Quando Berlusconi, che probabilmente si trova sul punto di entrare in Forza Italia (FI), dice oggi di essere il garante dell’affidabilità del prossimo governo, forse vuol dire che sa dov’è il limite quando si tratta di sfidare Bruxelles e creare un po’ più di spazio nazionale per l’azione.

Lo stesso Meloni ha senza dubbio pensato bene a come gestire questo equilibrio. Ma prima deve essere eletta.

Ulisse Bellucci

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