Forti pressioni sulla Meloni perché annulli l’accordo sui migranti con la Libia – Documento

L’Italia ha un accordo triennale con la Libia per fermare i barconi di migranti e portarli via. Deve essere terminato entro il 2 novembre. 40 organizzazioni umanitarie vogliono che lo faccia Giorgia Meloni, anche se ha promesso il contrario.

Le organizzazioni umanitarie ignorano il fatto che dietro l’accordo c’è anche l’UE. Dipingono un’immagine di migranti che annegano. Ignorano il fatto che la conseguenza della loro politica sarà la cooperazione con i trafficanti di esseri umani.

– L’Europa, difensore dei diritti umani, non deve in nessun caso concludere accordi con un Paese in cui i migranti sono torturati o vittime di schiavitù o abusi sessuali, afferma Claudia Lodesani, responsabile di Medici Senza Frontiere (MSF) in Italia – che fa anche parte del ricorso.

Come i cartelli in Messico, i contrabbandieri in Libia gestiscono un traffico brutale e sporco, ma per qualche ragione non sono quelli che gli umanitari stanno attaccando. Sembra che non si preoccupino del traffico. È l’intervento della Libia che si oppongono. Vogliono che tutti raggiungano l’Europa. L’UE non lo dirà ad alta voce, ma la pratica parla da sola.

Gli attivisti affermano che quasi 100.000 persone sono state arrestate negli ultimi cinque anni. Molti sarebbero finiti nei centri di detenzione libici che, tra l’altro, papa Francesco ha paragonato a campi di concentramento.

I media e le Ong hanno un nuovo argomento: l’eredità storica della Meloni.

Il nuovo primo ministro italiano, che ha guidato il governo più di destra del paese dalla seconda guerra mondiale, ha promesso una politica dura sui migranti via mare. Se il governo non rinuncerà all’accordo con la Libia entro il 2 novembre, sarà automaticamente rinnovato per altri tre anni.

La Norvegia è complice.

La Norvegia ha anche contribuito alla guardia costiera libica attraverso il fondo dell’UE per rallentare il flusso di rifugiati e migranti attraverso il Mediterraneo (EUTF).

L’ONU vuole che tutti raggiungano l’Europa. Nemmeno le Nazioni Unite parlano di fermare il traffico.

Le Nazioni Unite hanno ripetutamente avvertito che migranti e rifugiati in Libia sono a rischio di tortura, tratta di esseri umani, stupri e altri abusi.

Molti di coloro che sono stati rimpatriati con la forza in Libia sono collocati di conseguenza Amnesty International nei campi di detenzione e sono sottoposti ad abusi, estorsioni e lavori forzati. (NRB-AFP)

L’obiettivo delle ONG e dell’Onu deve essere che l’Europa assomigli alle condizioni dei Paesi da cui fuggono i migranti. Lo faranno nel tempo. Il Libano è un buon esempio. Era la Svizzera d’Europa solo pochi decenni fa. Ora il colera sta devastando.

Ulisse Bellucci

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