– La guerra della Russia in Ucraina continua, sostenuta dalla Bielorussia, e la situazione in Ucraina sta peggiorando. Non vi è alcuna indicazione che il CIO debba riconsiderare la sua precedente posizione sul divieto degli atleti russi e bielorussi dagli sport internazionali. Quindi mi sarebbe piaciuto che fossimo ancora più chiari con il CIO, ma era importante includere quanti più paesi possibile in questa dichiarazione, perché dà più peso al messaggio, afferma il ministro della Cultura e dell’uguaglianza Trettebergstuen (Ap) in UN comunicato stampa.
Sii invitato ad ascoltare
Il comunicato specifica, tra l’altro, che viene riconosciuta l’autonomia delle organizzazioni sportive, ma che il Cio è “fortemente” incoraggiato ad ascoltare le obiezioni dei 35 Paesi alla partecipazione russa e bielorussa.
Tra l’altro, vengono espressi dubbi sulla possibilità di consentire a russi e bielorussi di partecipare come individui neutrali, poiché in questi Paesi vi sono stretti legami tra sport e politica, e lo sport olimpico è spesso finanziato direttamente dallo Stato. Chiedono un modello attuabile di neutralità ed esprimono che, in assenza di tale modello, le 35 nazioni concordano sul fatto che gli atleti russi e bielorussi non dovrebbero essere autorizzati a partecipare alle competizioni internazionali all’ora effettiva.
– Inaccettabile
– Sostengo la chiara dichiarazione delle federazioni sportive nordiche del 7 febbraio secondo cui ora non è il momento di considerare il ritorno degli atleti russi e bielorussi negli sport internazionali. È inaccettabile e provocatorio che il CIO abbia giocato con l’idea di lasciarli entrare di nuovo, afferma Trettebergstuen.
– Per quanto riguarda il concetto di “atleti neutrali”, in contesti in cui tutti gli altri atleti rappresentano squadre nazionali e competono sotto la bandiera del rispettivo paese, è difficile vedere che il concetto di neutralità abbia senso, aggiunge.
35 paesi
La dichiarazione è il risultato di un vertice digitale tenutosi il 10 febbraio, a cui ha preso parte anche il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj.
La dichiarazione si conclude con la Russia e la Bielorussia stesse che hanno il potere di spianare la strada ai loro atleti per tornare alle competizioni internazionali, “ponendo fine alla guerra che hanno iniziato”.
Questi paesi supportano la dichiarazione (in ordine alfabetico): Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Croazia, Cipro, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, – Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Regno Unito, Svezia, Corea del Sud, Repubblica Ceca, Germania, Stati Uniti, Austria.
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