Le navi registrate in Norvegia si sono trovate nel mezzo di un acceso dibattito in Italia su chi sia responsabile dei rifugiati trasportati via mare nel Mediterraneo.
La situazione rimane poco chiara per diverse centinaia di migranti a cui viene rifiutato l’ingresso in Italia.
Nelle ultime settimane, rappresentanti di diverse organizzazioni umanitarie, come Medici Senza Frontiere e SOS Mediterranee, hanno salvato diverse centinaia di persone a bordo delle navi di soccorso nel Mediterraneo.
Secondo i trattati internazionali, in questi casi, le navi devono poter attraccare nel “porto sicuro più vicino”.
Poiché questo porto sarà in molti casi italiano, il nuovo governo italiano ha stabilito la rotta.
Alle imbarcazioni è stato rifiutato l’attracco, per evitare ciò che le autorità del paese vedono come una minaccia al diritto dell’Italia di mantenere i propri confini.
Solo donne e bambini
Sabato scorso, la barca Humanity 1, gestita da un’organizzazione di volontari tedesca, è stata finalmente autorizzata ad attraccare nel porto di Catania, in Sicilia.
Hanno potuto sbarcare 144 donne, bambini e malati. 35 uomini dovevano rimanere sulla barca.
L’Italia ha ordinato a Humanity 1 di ritornare in mare con queste persone a bordo, ma il capitano finora si è rifiutato.
Domenica sera, la barca registrata in Norvegia, Geo Barents, ha dovuto attraccare dopo che le onde alte hanno reso la situazione ingestibile.
Anche in questo caso lo sbarco è stato regolato da un nuovo decreto del governo italiano: possono sbarcare solo donne, bambini e malati.
211 persone sono ancora a bordo, dopo che tre uomini si sono gettati in acqua lunedì pomeriggio per allontanarsi dalla nave.
– In violazione del diritto internazionale
La situazione a bordo è “molto critica”, afferma Jack Herheim di Medici Senza Frontiere in Norvegia.
– Queste persone sono rimaste per giorni su una barca che affondava prima di essere salvate. Quando poi ti sdrai sul molo e vedi che gli altri possono sbarcare mentre tu devi restare fermo, è chiaro che ti senti molto pesante, dice Herheim.
Ritiene che i criteri che determinano chi potrà sbarcare non siano chiari e che la pratica del nuovo governo sia inaccettabile.
– Ci è stato chiesto di lasciare le acque italiane con le persone rimaste a bordo. Riteniamo che ciò sarebbe contrario al diritto internazionale. Ora faremo ricorso ad un tribunale superiore in Italia, ha detto.
– Non sappiamo dove pensano che dovremmo portare i rifugiati.
– Mandateli in Norvegia
Secondo le autorità italiane anche gli altri Paesi dovrebbero dare il loro contributo.
Il ministro italiano degli Affari marittimi, Nello Musumeci, è stato chiaro in a intervista sul più grande quotidiano italiano Lunedì di questa settimana: la Norvegia dovrà intervenire, quando la scialuppa di salvataggio verrà registrata in Norvegia.
“Una barca è parte dello Stato. E la legge impone che uno Stato si assuma la responsabilità di coloro che ha salvato”, ha detto Musumeci.
È lo stesso messaggio che da giorni il ministro dei Trasporti Matteo Salvini diffonde soprattutto sui social network.
La risposta è semplice, ha annunciato Salvini: devono andare in Norvegia.
Questa è un’interpretazione del diritto del mare che la Norvegia non condivide in alcun modo. In una dichiarazione rilasciata dall’ambasciata norvegese questo fine settimana, l’ambasciatore norvegese a Roma è stato chiaro:
“La Norvegia non ha alcuna responsabilità ai sensi delle convenzioni sui diritti umani o del diritto del mare per le persone a bordo di navi private battenti bandiera norvegese nel Mediterraneo”.
“Un duro colpo per l’Italia”
Anche se le autorità norvegesi sembrano convinte che questa argomentazione sia giuridicamente valida, il dibattito pubblico in Italia mostra che non è necessariamente sufficiente a convincere il governo italiano – né l’opinione pubblica.
Il “no” norvegese è stato al centro dell’attenzione dei media per tutto il fine settimana, e i giornalisti italiani sono stati inviati a Oslo per conoscere meglio il punto di vista delle autorità norvegesi sulla questione.
Uno schiaffo all’Italiaha riferito il quotidiano Il Tempo, mentre il quotidiano Il Giornale ha accettato in questa formulazione.
Un’altra imbarcazione registrata in Norvegia, la Ocean Viking, è ancora fuori dalle acque italiane e attende di scoprire dove potrà approdare.
Le autorità francesi hanno indicato che potrebbero essere disposte a prendersi cura di alcuni dei migranti a bordo, ma preferiscono vederli sbarcare prima in Italiain conformità agli accordi internazionali applicabili.
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