Comunque, domenica 12 febbraio.
L’Italia ha fatto molta strada nell’ondata di persone anziane rispetto alla Norvegia, come ho spiegato nel mio articolo di dibattito. Non sto affatto suggerendo che la Norvegia dovrebbe sbarazzarsi dell’assistenza pubblica agli anziani e incoraggiare un esercito di assistenti domiciliari a tempo pieno a trasferirsi qui. Quello che voglio dire è che se l’Italia, con le sue risorse più modeste, è in grado di far fronte al suo gigantesco invecchiamento della popolazione, la Norvegia dovrebbe essere ancora più in grado di fare lo stesso.
L’assistenza agli anziani è solo una faccia della medaglia. Abbiamo visto diverse storie di giovani a cui sono stati rifiutati i farmaci antitumorali “perché sono troppo costosi”. Ma non è così ovunque: nei paesi più poveri, Italia tra gli altri, abbiamo gratuito.
Che senso ha vivere nel Paese più ricco del mondo se il denaro non viene utilizzato per garantire ai cittadini, giovani e meno giovani, una vita migliore e più lunga? È giustificabile rifiutare a qualcuno di vivere un altro anno o due perché è anziano o malato terminale?
In inglese si dice “salva per un giorno di pioggia”. Credo che il brutto giorno sia già arrivato per il welfare state norvegese. È tempo di rompere il gigantesco “salvadanaio” e salvare il sistema sanitario e di assistenza agli anziani prima che crolli.
Appassionato di Internet. Specialista di musica. Esperto di cibo. Secchione dei social media. Orgoglioso fan del web. Evangelista televisivo impenitente