La casa automobilistica di Breen, Hyundai, ha confermato la morte in una dichiarazione sui social media giovedì. Il messaggio ha inviato onde d’urto nel mondo dei rally.
Il 33enne è arrivato sesto nella classifica mondiale nella massima categoria rally. È arrivato secondo al Rally di Svezia a febbraio.
Dietro il terribile incidente c’è anche un’altra storia crudele: nel 2012, Breen ha vissuto un incidente che lo ha segnato per il resto della sua vita.
Il cartografo irlandese Gareth Roberts è morto durante il raduno della Targa Florio in Sicilia. Breen guidava la macchina.
Pubblicato in occasione del decimo anniversario dell’incidente il podcast del rally Spin un episodio con Breen.
Lì ha detto quanto segue sul lettore di schede:
– Fin dai primi minuti in cui ho lavorato con lui, sono rimasto impressionato. Aveva un tono così caldo. Sapevo che sarebbe stato tutto ciò di cui avevo bisogno, ha spiegato Breen.
Hanno lavorato insieme per un periodo prima dell’incidente mortale in Italia. Breen spiega nel podcast che è stato impossibile per lui deglutire per molto, molto tempo:
– Mi ha distrutto. Ne abbiamo passate tante insieme e la mia carriera è stata un’avventura che ho condiviso con lui. Mi ci è voluto un po’ per tornare e sto ancora lottando oggi. C’è ancora qualcosa che mi trattiene, disse con franchezza.
Il pilota di rally norvegese Mads Østberg ha corso nella stessa squadra di Breen per diverse stagioni.
– L’ho appena scoperto. Craig è un buon amico e qualcuno che conosco da molti anni. Eravamo anche compagni di squadra, quindi è molto, molto tragico, ha detto Østberg a NTB.
Petter Solberg conosceva bene Breen e ha scritto in un messaggio di testo a Dagbladet che era “scioccato”.